Albero alto da 10 a 25 metri, con chioma irregolare, corteccia grigio verde nei rami giovani e grigio scura con screpolature longitudinali nel tronco il quale può raggiungere un metro di diametro. Le foglie lanceolate, lunghe fino a 11 centimetri, hanno nella pagina inferiore una fitta peluria che conferisce loro una colorazione quasi bianca da cui deriva il nome della pianta. Cresce lungo i corsi d’acqua, sulle sponde dei fiumi e dei laghi e comunque nelle zone molto umide e negli acquitrini svolgendo un’azione di consolidamento del terreno e limitando così le possibilità di frane. Il legno del salice bianco, ma soprattutto le radici, hanno la proprietà di non marcire con la permanenza in terreni saturi di acqua, per cui viene utilizzato per il rimboscimento delle zone paludose. Forse non tutti conoscono un uso particolare di questa pianta : ogni due anni vengono tagliati tutti i rami giovani del salice che noi conosciamo col nome di vimini. La droga è costituita dalla corteccia dei rami più giovani e le sue proprietà antalgiche erano conosciute fin dall’antichità, infatti i contadini contemporanei dei nostri bisnonni lavoravano masticando corteccia di salice, ricca di acido salicilico, cioè di acido del salice.
L’acido salicilico ha proprietà antiflogistiche, antipiretiche, antireumatiche ed è certamente il fitofarmaco che dà maggiori risultati nel trattamento sintomatico dei dolori articolari e muscolari, degli stati febbrili, delle malattie da raffreddamento e come analgesico in caso di cefalea, mal di denti e dolori mestruali, infatti è dall’uso della corteccia del salice che è nata l’aspirina, il medicinale più utilizzato durante tutto il 1900 ed oggi, scaduto il brevetto, il più copiato da tutti i produttori di farmaci. Ma come tutti i farmaci anche l’acido salicilico ha delle controindicazioni che non vanno dimenticate : tutti noi ricordiamo di aver sentito nelle pubblicità di alcuni medicinali “leggere attentamente le istruzioni : può avere controindicazioni anche gravi”. L’acido salicilico assunto sotto forma di corteccia polverizzata o come aspirina, modifica in modo non trascurabile l’aggregazione piastrinica, per cui è decisamente controindicato ai pazienti che assumono farmaci anticoagulanti, mentre invece è utile, assunto a dosi ridotte, per prevenire la pericolosissima formazione di coaguli. Fin qui si è detto che nessuna differenza terapeutica esiste fra l’assunzione di corteccia polverizzata del salice e la compressa di aspirina, ma una piccola differenza esiste : l’acido salicilico ha minori controindicazioni dell’aspirina per la mucosa che riveste le pareti interne dello stomaco e ciò è dovuto alla componente di acido acetilico presente nell’aspirina e non nella corteccia del salice. Per concludere le notizie che ho fin qui riportato sugli estratti di salice, ricordo che l’acido salicilico ha anche proprietà conservanti come antimicrobico e antimuffa, per cui sino a non molto tempo addietro (e a volte ancor oggi) le nostre nonne e le nostre mamme avevano l’abitudine di mettere nel passato di pomodoro fatto in casa una compressa di aspirina per ogni chilogrammo di prodotto : abitudine fortunatamente perduta, data l’azione proteolitica dell’acido salicilico, che procurava perciò bruciori allo stomaco, soprattutto per chi soffriva di gastrite.
Romano Ravaglia
L'assunzione di prodotti a base di piante officinali va fatta dietro consiglio e consultazione medica.
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