La calendula è una pianta erbacea, originaria del Nord Africa, che in Italia cresce spontanea, dalla zona mediterranea fino alle zone submontane, nei prati, nei campi incolti e nei luoghi erbosi anche al ciglio delle strade. E’ inoltre coltivata nei giardini per i suoi fiori simili a grosse margherite, con colore che varia dal giallo oro fino all’arancione acceso. Con altre piante, come il tarassaco, il girasole, la cicoria, condivide l’eliotropismo positivo: i suoi fiori infatti seguono il corso giornaliero del sole, orientandosi da est verso ovest man mano che il sole si sposta nel cielo, inoltre i suoi fiori sbocciano al sorgere del sole e si richiudono al tramonto.
L’uso più comune della calendula è quello esterno, sotto forma di pomata, per accelerare la cicatrizzazione e stimolare la granulazione del tessuto epidermico in caso di piaghe, ustioni, piccole ferite, abrasioni, geloni : la calendula infatti ottimizza l’irrorazione sanguigna della cute, migliorandone così il trofismo e manifestando anche un’attività batteriostatica. Le sue proprietà vulnerarie, antinfiammatorie e immunostimolanti sembrano attribuibili all’elevata quantità di carotenoidi contenuti nei fiori di calendula, al cui olio essenziale sono riconosciute proprietà antibatteriche, antimicotiche e antivirali. Per il suo alto contenuto in flavonoidi l’uso esterno della calendula ha anche proprietà emollienti, lenitive, rinfrescanti e riepitelizzanti grazie all’azione normalizzante che esercita sul microcircolo tissutale ed è quindi consigliata in caso di pelle secca, delicata, screpolata o facilmente arrossabile; poiché le sue mucillagini hanno capacità filmogena, che isola la pelle irritata e ne modula il grado di umidità, è consigliata per dermatiti da pannolino o come trattamento protettivo presole o lenitivo doposole. Ha inoltre un’azione eccellente in caso di geloni sia delle mani che dei piedi, che spesso la sola pomata risolve in breve tempo o previene se utilizzata con continuità sin dall’inizio della stagione fredda. L’infuso di calendula o l’estratto idroalcolico diluito con acqua sono utilizzati con frequenza per fare gargarismi e risciacqui nelle affezioni delle mucose della bocca e della gola, nelle stomatiti, gengiviti, afte, tonsilliti e faringiti. Meno conosciuto, ma non per questo meno importante, è l’uso interno della calendula, assunto sotto forma di infuso o, ancor meglio, sotto forma di estratto idroalcolico diluito con acqua. L’indicazione più importante, riconosciuta ed accertata anche dalla medicina ufficiale, è quella emmenagoga, che ne consiglia l’uso in caso di dismenorrea o altre alterazioni del ciclo mestruale, del quale diminuisce, fino ad eliminarli, i fenomeni dolorosi anche forti. Contro i dolori mestruali la calendula va assunta nei 10/15 giorni che precedono il ciclo ogni mese per diversi mesi, quindi se ne diminuisce il dosaggio ed il numero dei giorni di assunzione per verificare se si può sospendere o se è necessario continuare, vista anche l’innocuità e l’assenza di controindicazioni della calendula. L’uso interno della calendula non solo non presenta effetti negativi, ma è utile anche come riepitelizzante della mucosa gastrica e come antispasmodico e coleretico in caso di patologie epatiche e delle vie biliari. Questa proprietà è stata da sempre utilizzata dalla medicina popolare, ed è stata in seguito confermata da studi che sottolineano la sua efficacia, nello stimolo della secrezione biliare.
Romano Ravaglia
L'assunzione di prodotti a base di piante officinali va fatta dietro consiglio e consultazione medica.
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