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Lenticchie non solo a Capodanno

La lenticchia, una delle prime specie vegetali ad essere stata coltivata dall’uomo, è una pianta erbacea della famiglia delle leguminose, simile al pisello, con uno stelo rampicante che non supera l’altezza di 50 centimetri e i cui baccelli contengono 2 o 3 semi. Nelle nostre zone la semina avviene nei mesi di ottobre / novembre e la raccolta in giugno / luglio. Alla raccolta viene estirpata tutta la pianta, fatta seccare al sole per  due o tre giorni poi percossa per raccoglierne i semi.

Ne esistono molte varietà che si differenziano solo per grandezza e colore del seme, ma che mantengono per tutte le specie le stesse proprietà nutrienti.
I dietologi consigliano il loro consumo abituale perché, oltre a essere molto digeribili, sono alimento totalmente privo di grassi e di colesterolo. Oltre al 25,80% di proteine, contengono il 53% di carboidrati e il 2% di oli vegetali insaturi. Sono inoltre ricche di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Dal punto di vista nutrizionale 100 grammi di lenticchie equivalgono a 215 grammi di carne. La ricchezza di fibre le rendono utili per il buon funzionamento dell’apparato intestinale. 0ltre che essere utili per abbassare il colesterolo, lo sono anche per riequilibrare i disturbi del diabete e gli isoflavoni che contengono sono sostanze capaci di depurare l’organismo. Unica controindicazione delle lenticchie è la colite, poiché producono, durante la digestione, molto gas nell’intestino che genera a sua volta anche un senso di fastidioso gonfiore. Poichè anche il semplice ammollo causa perdita di sostanze utili, sarebbe buona norma cucinarle senza preventivo ammollo, con una cottura di circa due ore e salando a cottura quasi terminata.

Romano Ravaglia

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